In questi giorni nei giornali si parla tantissimo della variante Omicron, una nuova variante del virus Covid-19.
Come spesso si è verificato in passato, si sta generando un grande allarmismo, per non dire terrorismo mediatico.
Ma questa volta è giustificato? Cosa sappiamo finora?
Molte mutazioni
Quello che ad oggi spaventa è che questa variante, denominata B.1.1.529, abbia nella proteina Spike 32 mutazioni rispetto alla variante delta.
La proteina Spike è la proteina contro cui veniamo immunizzati grazie ai vaccini ad oggi disponibili contro il Covid-19.
La preoccupazione principale è che se questa proteina Spike fosse “troppo diversa”, potrebbe non essere riconosciuta dal sistema immunitario di chi è vaccinato.
Questa variante è apparsa nei giorni scorsi in Sudafrica, dove la popolazione vaccinata è del 24%.
Purtroppo si conferma come la libera circolazione del virus, non ostacolata dalla nostra arma principale, la vaccinazione, possa generare varianti, che possono potenzialmente essere molto pericolose.
I virus, come tutti gli altri microrganismi, si evolvono continuamente allo scopo di continuare a diffondersi, e col tempo possono eludere, con la mutazione giusta, le difese che abbiamo a disposizione: farmaci e vaccini.
Proprio di questo avevamo già parlato in un articolo mesi fa, e uno degli scenari possibili che avevamo ipotizzato è proprio quello a cui stiamo assistendo oggi.

La variante Omicron è pericolosa?
Ad oggi, inizio dicembre 2021, i casi infetti nel Sudafrica sembrano casi mild, cioè di lieve-media intensità.
Pare ci sia un ulteriore aumento della contagiosità rispetto alla variante delta. Ma ne sapremo di più nei prossimi giorni.
Un rischio sicuramente concreto è che, con questa variante, chi ha già avuto il Covid-19 e ha sviluppato un’immunità possa reinfettarsi di nuovo.
Di sicuro, per ora, terrorizzare la popolazione è assolutamente da evitare. Come già in passato per altri varianti, siamo di fronte ad un nuovo grande allarmismo.
Un altro disastro dei media
La notizia di questa nuova variante Omicron è arrivata addirittura prima ai giornali che alle comunità scientifiche: solitamente avviene il contrario.
Quando si presenta una novità del genere, prima la comunità scientifica ne discute e trae le proprie iniziali conclusioni, e poi se ne parla nei mezzi di comunicazione.
Oggigiorno invece non esiste più nemmeno questo passaggio, si spara tutto subito sui giornali senza nemmeno un consulto con gli esperti, per capire quanto ci sia davvero da preoccuparsi.
Questo purtroppo rischia di minare la fiducia dei cittadini nelle vaccinazioni: se un indeciso viene persuaso, erroneamente, che le nuove varianti non sono coperte dai vaccini, allora facilmente decide di non vaccinarsi.

Vaccini e variante Omicron
Ad oggi tutte le varianti del Covid-19 osservate sono state contenute dalle vaccinazioni.
Non c’è motivo quindi, ad oggi, di pensare che i vaccini non coprano anche contro questa variante.
Ne sapremo sicuramente di più nei prossimi giorni.
Il vero problema, al di là del terrorismo sui giornali, è che finché avremo un continente intero, l’Africa, con solo il 7% di vaccinati contro il Covid-19, avremo sempre di più comparsa di nuove varianti.
È nei paesi più poveri o indietro con le vaccinazioni che la politica internazionale deve intervenire. È lì che il virus circola e può facilmente mutare.
Riuscire a fornire tutte le terze dosi a paesi virtuosi come l’Italia e contemporaneamente tantissime prime dosi ai paesi più poveri è la prima sfida.
La seconda sfida è convincere questi popoli della bontà della vaccinazione, perché oltre alla carenza di dosi esiste una grande diffidenza, che va discussa e affrontata dalla politica.
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