Oggi parliamo di due elementi presenti in natura in quantità enormi: ossigeno e ozono, che si stanno rivelando sempre più utili anche per la nostra salute.
In tanti avrete già sentito parlare di “ozonoterapia“, utilizzata in certe patologie, soprattutto per il dolore.
Sempre più studi stanno confermando l’utilità di quella che oggi viene chiamata ossigeno-ozonoterapia in molteplici campi, non solo per il dolore, per quanto rimanga l’applicazione primaria.
Viene utilizzata in medicina sportiva, riabilitativa, antiaging, estetica, e anche in particolari casi di infezione, essendo l’ozono un potente antivirale ed antibatterico.
Come funziona l’ossigeno-ozonoterapia?

L’ozono ha la capacità di modificare le sostanze che producono infiammazione (come prostaglandine, interleuchine), rendendole “incapaci” di produrre dolore.
Favorisce inoltre il microcircolo e la nutrizione dei tessuti, grazie a una miglior ossigenazione.
Inoltre l’ozono, di per sé ossidante, stimola potentemente la riattivazione dei sistemi difensivi enzimatici antiossidanti dell’organismo, quelli che devono difenderlo dalle aggressioni tossiche e dai processi ossidativi dell’invecchiamento.
Questo spiega la sua efficacia in tutte quelle patologie croniche in cui è coinvolto lo stress ossidativo.
Diversi tipi di dolore
L’International Association of Study of Pain classifica 3 tipi di dolori: nocicettivo, neuropatico e nociplastico.
Ci soffermeremo su questa classificazione in un prossimo articolo; parliamo oggi soprattutto del dolore nociplastico, quello su cui è più utile l’ossigeno-ozonoterapia.
Questo tipo di dolore origina senza una causa evidente di danno a livello dei tessuti, ed è tipico di patologie come fibromialgia, sindrome da affaticamento cronico, sindromi dolorose regionali complesse, stati infiammatori cronici.
Queste sindromi sono spesso difficili da diagnosticare, non hanno esami precisi, e spesso ci si arriva per esclusione.
Sono sempre più numerosi gli studi che confermano l’utilità di questa terapia in questi tipi di sindromi dolorose.
Come si fa l’ossigeno-ozonoterapia

Il gas da utilizzare viene prodotto da appositi macchinari con ossigeno medicale.
Si può eseguire tramite iniezione: intramuscolare, intradermica, sottocutanea, specialmente nella zona o nelle zone dove si ha dolore.
Un’altra applicazione è tramite autoemotrasfusione: si effettua prelevando sangue venoso che, convogliato in un sacca trasfusionale per ozono terapia, viene trattato con la miscela di ossigeno ed ozono e successivamente reinfuso nell’organismo.
Quest’ultima viene chiamata anche autoemoterapia con O2-O3 (ossigeno e ozono).
Utilizzi nel post-Covid?

Si stanno facendo molte ricerche sull’utilizzo dell’ossigeno-ozonoterapia anche nei casi di Long Covid, quella situazione che si manifesta in circa il 20% delle persone che ha avuto il Covid, in cui si hanno sintomi come stanchezza cronica, respiro affannoso, affaticabilità, insonnia, che possono durare anche per mesi purtroppo.
Un recente articolo italiano guidato dal prof. Umberto Tirelli ha evidenziato un miglioramento di questi sintomi o la totale risoluzione nel 67% dei casi grazie all’autoemoterapia con ossigeno-ozono.
Questo ci fa sperare in maggiori ricerche e indagini sul meccanismo di azione di questa terapia!
Si è provata anche ad utilizzarla durante la malattia stessa, ma per ora senza evidente utilità.
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