In tempi complicati come questi è difficile non ritornare a parlare di Covid-19, in particolare di variante Omicron.
Questo articolo ha lo scopo di dare alcuni aggiornamenti su questa variante e di ipotizzare un possibile scenario positivo con la sua diffusione, nonostante i numeri davvero impressionanti degli ultimi giorni.
Molti recentissimi studi sono ormai d’accordo: questa variante appare meno pericolosa anche se molto più infettiva rispetto alla variante Delta, e pare proprio invada meno il tessuto polmonare, portando quindi quadri di malattia meno gravi in media, colonizzando maggiormente le alte vie respiratorie.
Vi mostro qualche grafico riguardante il Regno Unito e in particolare la città di Londra, aggiornati all’8 gennaio 2021. Nel Regno Unito la diffusione della variante Omicron è altissima, e a Londra si è arrivati ad un positivo su 10, numeri impressionanti. È una delle città con meno vaccinati in UK (circa 1/3 non è vaccinato).
Londra ha quasi 9 milioni di abitanti, quindi parliamo di quasi un milione di positivi nelle ultime settimane.




Anche in Italia abbiamo un quadro sovrapponibile per quanto riguarda i decessi.

Questi dati sicuramente sono molto diversi rispetto alle precedenti ondate grazie alle vaccinazioni, ma anche perché Omicron porta a quadri tendenzialmente meno gravi rispetto a Delta (ho preso Londra come esempio apposta: meno vaccinati, più Omicron).
Quanto crescerà ancora la variante Omicron?
I numeri di contagi che vediamo sono impressionanti, e sono destinati a salire.
Quanto? Non possiamo ancora saperlo, ma si pensa che il picco non sia lontano.
Ma ora vediamo come, volendo immaginare un quadro ottimista, questo possa giocare, nonostante tutto, a nostro favore.
Omicron potrebbe aiutarci?
Abbiamo visto come la variante Omicron sia meno pericolosa e molto più infettiva.
Si stima che la stragrande maggioranza della popolazione possa infettarsi da qua alla primavera.
Molti nemmeno si accorgeranno di avere il virus, ci sono già ora tantissimi asintomatici positivi (i casi di Covid-19 oggi sono senza dubbio sottostimati) e ce ne saranno sempre di più.
Questo vale soprattutto per i vaccinati. Questo grafico, sempre da dati inglesi, riporta per fasce di età i casi, le ospedalizzazioni e le morti tra vaccinati e non nell’ultima settimana.

Questo farà sì che le persone possano essere più “protette” da futuri contagi, perché vaccinate o perché infettate dal virus (o entrambi); saranno moltissime, si stima addirittura anche il 95% della popolazione, raggiungendo quindi la tanto agognata immunità di gregge.
Questo porterebbe ad una endemizzazione del virus, fase cioè in cui il virus circola come un’influenza e in cui fa molti, molti meno morti.
Associando a questo ad un aumento dei vaccinati, un miglioramento dell’efficacia (si spera) delle vaccinazioni con nuovi vaccini in arrivo, l’arrivo delle terapie in pastiglia per il Covid (è disponibile da poco il Molnupiravir della Merck, ve ne avevamo parlato qui), ci sono margini di ottimismo.
Che ostacoli potrebbero esserci?
Il 2022 potrebbe davvero essere l’anno della svolta, ce lo auguriamo tutti.
Questo scenario però ha degli ostacoli. Tra questi, sopra a tutti, l’arrivo di una nuova variante più aggressiva o resistente ai vaccini: saremmo di nuovo da capo.
Per evitare la comparsa di nuove varianti il requisito fondamentale è riuscire ad aumentare la popolazione vaccinata nel mondo: finché ad esempio l’Africa ha solo l’8% di vaccinati sarà sempre territorio a grande rischio nuove varianti.
Questo è il motivo per cui l’Europa ha promesso di condividere 700 milioni di dosi nel 2022 con altri paesi.

Cauto ottimismo
Non è da oggi che si parla di una futura endemizzazione del Coronavirus. E ora questa possibilità non sembra distante, a partire forse già dalla primavera: potremo conviveremo con un virus “depotenziato”.
Una dichiarazione molto criticata del Ministro della Salute tedesco riportava che in primavera quasi tutti i tedeschi saranno vaccinati, guariti, o morti.
Ma volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, la probabilità di raggiungere l’immunità di gregge e l’endemizzazione in primavera, è buona,
Ed io che sono un inguaribile ottimista, non vedo il bicchiere mezzo pieno, perché è sempre pieno: metà è piano d’acqua, e l’altra metà è piena d’aria!
Nota: questo articolo è stato scritto il 9 gennaio 2021, per cui i dati e le considerazioni sono aggiornati a tale data.
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