La fibromialgia è una patologia molto diffusa, si stima che addirittura 1,5-2 milioni di italiani ne soffrano.
È caratterizzata da dolori muscolari diffusi e affaticamento, in alcuni casi anche molto invalidanti. Il dolore si localizza spesso in punti molto precisi, chiamati tender points.
Ad oggi non c’è una causa conosciuta, pur essendo stati condotti moltissimi studi su questa patologia.
Si è pensato ad alterazioni anatomiche o alterazioni di alcuni neurotrasmettitori; si è ipotizzato si tratti di una particolare neuropatia, mentre altre ricerche hanno provato a capire se ci fosse un’infezione alla base di tutto.
Fatto sta che non abbiamo terapie mirate per questa malattia, ma solo per ridurre sintomi e contrazioni muscolari.

Un nuovo studio sulla fibromialgia
Uno studio del King’s College di Londra ipotizza che la fibromialgia rientrerebbe tra i disturbi del sistema immunitario e non tra quelli di natura nervosa, configurandosi come una malattia autoimmune, come lo sono l’artrite reumatoide, il lupus, e il diabete di tipo 1.
In questo studio si è evidenziato come iniettando nei topi gli anticorpi raccolti dal sangue di pazienti affetti da fibromialgia, questi manifestino sintomi della fibromialgia fin quando il loro organismo non si ripulisce dagli anticorpi iniettati.
Questo aprirebbe nuove frontiere sulla conoscenza e soprattutto sulla cura di questa patologia.
Fibromialgia e stress
Lo stress o in generale sindromi ansioso-depressive sono sempre stati considerati fattori favorenti la patologia, ed è noto da tempo che chi soffre di fibromialgia soffre più facilmente di disturbi d’ansia e patologie come ad esempio il disturbo ossessivo-compulsivo.
Lo studio di Kevin Tracey ci farebbe pensare che quindi non sono fattori psichici e psicologici a favorire la malattia, ma il contrario: chi soffre di questa malattia tende evidentemente ad avere nel tempo un peggioramento della propria salute mentale, a causa del dolore e degli altri sintomi spesso invalidanti.

Nuove terapie?
Una causa autoimmunitaria dietro alla fibromialgia favorirebbe sicuramente nuove terapie mirate o nuovi farmaci biologici ad essa dedicata.
La fantastica innovazione terapeutica avvenuta con i farmaci biologici in patologie come la psoriasi, l’artrite psoriasica, l’artrite reumatoide, la spondilite anchilosante potrebbe quindi in futuro coinvolgere anche la fibromialgia.
Questo spiegherebbe anche perché spesso si ha un miglioramento con il cortisone, che riduce la risposta immunitaria.
Fino ad oggi sono utilizzati soprattutto antinfiammatori e miorilassanti, con parziale beneficio; alla lista si aggiungono anche molte altre categorie di farmaci, che in alcune persone possono dare un beneficio, ma che purtroppo appare spesso temporaneo.
Utili in alcuni casi anche gli integratori a base di magnesio, nel caso vi suggeriamo:
Per questo una nuova terapia sarebbe davvero necessaria, visto anche l’alta incidenza di questa patologia.
Non ho molti dubbi che si troverà una soluzione prossimamente anche per questo problema!
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