Le statine sono i farmaci più utilizzati per abbassare il colesterolo, perché sono tra i più efficaci. Cosa fare però se avessimo un’intolleranza?
Ne esistono diverse e negli ultimi tempi, nei casi più complessi, sono sempre più utilizzate anche in associazione con l’ezetimibe, un altro farmaco per abbassare il colesterolo, il tutto in una sola pastiglia.
Statine e dolori muscolari

Non è raro però che nel proporre un nuovo trattamento con statine ad un paziente, questo ci manifesti subito paura per effetti collaterali.
Gli effetti collaterali più frequenti e temuti sono i “dolori muscolari”.
Uno studio molto famoso di un po’ di anni fa ha descritto un’incidenza del 10,5% di dolori in pazienti in terapia con alti dosaggi di statine.
Ma se anche con un dosaggio basso ci fossero sintomi, come facciamo? Abbassare il colesterolo (in particolare l’LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo”) è fondamentale per ridurre il rischio cardiovascolare, specialmente in pazienti con già altri fattori di rischio.
Ci sono altri farmaci utilizzabili in questi casi, come il già citato ezetimibe e poi i fenofibrati, ma risultano meno efficaci. Avevamo fatto un articolo a riguardo tempo fa.
Nuove terapie per chi ha intolleranza alle statine
Le nuove frontiere della cura del colesterolo sono, anche in questo caso, i farmaci biologici.
È in arrivo forse già entro quest’anno l’Inclisiran, molecola incredibile di cui vi avevamo parlato qui, che permette di tenere basso il colesterolo con 2 iniezioni all’anno.
Oggi però i farmaci ideali e utilizzabili per chi non riesce a tenere basso il colesterolo in altri modi sono 2: evolocumab e alirocumab.
Queste due molecole appartengono alla famiglia degli inibitori del PCSK9, un enzima coinvolto nel metabolismo del colesterolo su cui si fanno studi da qualche anno.
Sono farmaci disponibili in iniezioni sottocutanee da fare ogni 14 giorni oppure ogni mese, a seconda dei casi.

Questi farmaci si attaccano alle molecole di PCSK9 e impediscono loro di funzionare, per cui rimangono “accesi” i recettori delle LDL che si trovano sulle cellule del fegato, i quali “raccolgono” il “colesterolo cattivo” circolante nel sangue senza essere inibiti.
Questo quindi porta ad un aumentato assorbimento del colesterolo LDL (c-LDL) e una conseguente riduzione dei livelli di c-LDL nel nostro sangue.
Il PCSK9 è il bersaglio anche di altri farmaci del futuro (il già citato Inclisiran e anche addirittura un “vaccino” nanoliposomiale).
Ci sono anche ottimi integratori per abbassare i valori di LDL, nel caso non fosse troppo alto, come ad esempio:
Funzionano?
Funzionano alla grande. Sono in grado di ridurre i valori di LDL dal 54% sino anche al 74% (cioè chi ha 200 di LDL può arrivare addirittura a 52 mg/dl ad esempio, risultati quasi impensabili da raggiungere con le statine).

Effetti collaterali?
Sono farmaci risultati molto sicuri; gli effetti collaterali classici possono essere sintomi influenzali come raffreddore, nausea, dolori alla schiena e alle articolazioni, oppure indolenzimento o prurito nel punto in cui si effettua l’iniezione.
Posso iniziarlo domani?
Purtroppo come tutti gli anticorpi monoclonali disponibili oggi, anche questi sono molto costosi e utilizzabili solo in particolari casi, per ora in ambito ospedaliero.
2 fiale (1 mese di terapia mediamente) costano poco più di 700 euro quindi è fondamentale un’accurata valutazione del rapporto costo/beneficio.
Se avete un’intolleranza alle statine e fattori di rischio importanti, rivolgetevi al vostro medico di fiducia, saprà dove indirizzarvi per iniziare eventualmente questa terapia.
In futuro sicuramente saranno farmaci più accessibili e probabilmente utilizzati comunemente!
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