Non potevamo ovviamente esimerci dal fare un articolo su ciò che sta influenzando in maniera così importante le nostre vite da ormai un anno e mezzo.
Parlare di Covid per noi non è semplice, perché ci sono ancora tantissime domande e poche risposte, e i dati evolvono continuamente, anche ogni giorno.
Quello che faremo oggi è cercare di analizzare alcuni scenari possibili per il futuro e rispondere a qualche domanda. Come sara il futuro del COVID-19? Cosa ci aspetta?
Quanto durerà il COVID-19?
Innanzitutto bisogna sapere che i virus sono microrganismi in continua evoluzione e mutazione; nel caso del Covid l’esempio più lampante è quello delle varianti. Il virus cerca di sopravvivere e nel tempo possono emergere delle varianti che da un lato possono risultare più aggressive o meno sensibili ai farmaci o che aggirano i vaccini che abbiamo a disposizione.
Dall’altro lato invece potremmo assistere anche a varianti meno pericolose nel tempo, per evitare che il numero di “ospiti” (cioè noi!) diminuisca troppo.
Abbiamo già assistito a molte varianti diverse finora, e non si sono quasi mai rivelate un problema.
Rispondere quindi a queste domande attualmente non è facile; ci sono diversi scenari possibili.
Scenari meno ottimisti
Partiamo dalle previsioni più pessimiste.
Attualmente il virus continua a trovare ospiti da infettare, e finché trova ospiti in grado di diffondere l’infezione, non vi è nessuna pressione per cercare di ridurre la propria aggressività.
Gi ospiti stanno diminuendo però, c’è sempre più gente immune perché o già hanno incontrato il virus o soprattutto perché sono stati vaccinati; questi ostacoli per il virus fanno sì che si selezionino varianti in grado di superarli.
La famosa immunità di gregge quindi, da un lato sicuramente necessaria per ridurre enormemente i casi, potrà però far sviluppare ulteriori varianti che aggirano l’immunità che abbiamo acquisito.
Allo stesso modo, l’utilizzo di nuovi farmaci o degli anticorpi monoclonali potrà anch’esso selezionare varianti resistenti a queste terapie.
Lo sviluppo di resistenze e la comparsa di ceppi più aggressivi, non solo nei virus ma anche per i batteri, è un argomento di straordinaria importanza per il futuro della medicina, ed è una delle primissime sfide per il futuro. Faremo sicuramente un articolo in futuro dedicato ad antibiotici e resistenze ad essi.
Scenari più ottimisti
Scenari più ottimisti sul Covid riguardano una possibile progressiva riduzione della sua aggressività, scenario probabile anche se purtroppo non appare molto vicino.
Una possibilità di cui si parla spesso potrebbe essere questa: vaccinarsi contro il Covid riduce enormemente il rischio di sviluppare malattia polmonare da Covid, e quindi se meno gente avrà malattia polmonare, grazie alle vaccinazioni, si potrà selezionare in futuro una variante che non attacca più i polmoni ma preferisce vivere e svilupparsi, per esempio, solo dentro il naso, trasformando il temuto virus per davvero in un semplice raffreddore. Ovviamente questa per ora è un’ipotesi.
Un altra possibilità riguarda un aumento della permanenza del virus nel nostro organismo con sintomi ridotti o assenti: in questo modo il virus avrebbe modo di contagiare più persone e diffondersi più facilmente per via delle persone ignare di esserne infette. Diciamo quindi che, se si selezionasse una variante che aumenta di molto i cosiddetti asintomatici positivi, si potrebbe diffondere maggiormente il virus ma con mediamente sintomi del tutto o quasi assenti, e quindi assenza di malattia. Potrebbe essere anche questa, quindi, una variante più benigna e meno pericolosa.
L’attuale sfida della “variante delta”
Per ora l’aumento della contagiosità lo stiamo vivendo con la variante delta. Questa variante, ormai è la quasi totalità dei casi di Covid in Italia e non solo, e questo sta rispecchiando alcune delle previsioni fatte.
Questo succede perché la variante delta è in grado di raggiungere una carica virale molto alta, cioè nel nostro corpo si sviluppano molti più virus che in varianti precedenti, per cui risulta più contagiosa e più aggressiva nei non vaccinati.
Questa versione del virus inoltre riesce, sfortunatamente, ad eludere, più di altre, anche i vaccini a nostra disposizione, seppur in una piccola percentuale.
Come sarà il futuro del COVID-19?
In conclusione, purtroppo la sfida con il Covid sarà ancora lunga, ma abbiamo e avremo tutti i mezzi per fronteggiarla.
Sarà sempre fondamentale ogni sforzo per ridurre la sua circolazione: più il virus circola e più ha possibilità di mutare e di selezionare nuove ulteriori varianti, che possono essere ancora più aggressive, e se questo succede, più lunga ancora sarà la nostra guerra contro di lui.
I vaccini funzionano?
Assolutamente sì. Il formidabile aiuto fornito dai vaccini sta arginando il dilagare del virus e la formazione di ulteriori varianti, che sicuramente si sarebbero sviluppate senza di essi.
I vaccini sono sicuramente efficaci su tutte le varianti finora conosciute, anche se purtroppo non al 100% (il 100% di efficacia non esiste per nessuna vaccinazione in generale).
Gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità dicono che la vaccinazione anti-COVID-19, se si effettua il ciclo vaccinale completo, protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia.
La ricerca continua
E’ fondamentale la ricerca di nuovi farmaci e di nuovi vaccini, sempre più efficaci, così come continuare a promuovere campagne di sanità pubblica; il virus potrebbe evolversi anche in una forma più benigna, ma in ogni caso dovremo sempre avere rimedi adeguati e soprattutto un senso di responsabilità, in ognuno di noi, che è alla base della nostra convivenza come comunità.
Solo uniti potremo uscirne, e più uniti siamo, prima potremo uscirne.
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