Oggi parliamo in un argomento non prettamente medico, ma che riguarda spesso il nostro lavoro e ci coinvolge ogni giorno nel confronto con le persone.
Da quando esistono canali informativi, sin dall’antichità, esiste la possibilità di avere informazioni sbagliate, distorte o non di qualità.
E da quando esiste Internet, e in particolare i social network, si è visto un aumento esponenziale del fenomeno, in quanto è stata data l’opportunità a chiunque di scrivere quello che vuole, senza verifiche, con rischio di diffusione all’infinito. È famosa una frase di Umberto Eco a riguardo, non proprio ottimista!
Questo è argomento di tutti i giorni nei nostri studi: capita assai sovente di sentirci chiedere conferme o smentite di ciò che si è sentito in TV o di ciò che si è letto su internet riguardo temi di medicina.
Spesso queste domande ci vengono fatte con preoccupazione o timore di qualcosa, e sta a noi cercare (se possibile) di rassicurare il paziente.
Fatti e opinioni: una differenza fondamentale

Nell’acquisire informazioni e nel ricercare fonti attendibili dobbiamo innanzitutto porci questa domanda: si tratta di un fatto o di un opinione?
Un fatto è un evento verificato o verificabile, che è accaduto, che è documentato e che viene assunto come certo.
Un fatto è che 2 + 2 faccia 4, che la Tour Eiffel si trovi a Parigi e che un cielo limpido ai nostri occhi appaia azzurro.
Un opinione è invece un punto di vista, frutto di un giudizio, è una descrizione soggettiva di un dato o di un’esperienza.
Johann Sebastian Bach è uno dei musicisti più importanti della storia della musica, e questo è un fatto; che la sua musica piaccia o no, è una semplice opinione.
La Nazionale di calcio ha vinto l’Europeo 2020, e questo è un fatto, nessuno può dire che non sia vero; che abbia giocato bene o male, che abbia meritato o meno di vincerlo, è un dibattito basato su semplici opinioni.
Percezione della realtà differenti
Il problema oggigiorno è che molte persone basano la loro percezione della realtà sulle proprie semplici opinioni o spesso su quelle degli altri, senza soffermarsi sui fatti; è così quindi che un’ideologia può diventare una linea da seguire, è così che una fede diventa indiscutibile e chi non la pensa come me va combattuto, senza considerare fatti concreti o il contesto in cui si vive ma solo la propria microrealtà.
La definizione di analfabetismo funzionale parte proprio da qui, del resto.
La storia è piena di guerre basata sulle ideologie, la prima crociata è partita nel 1096 e Goffredo di Buglione era stracolmo di opinioni a suo modo di vedere giuste, senza considerare tutta una serie di fatti, circostanze e soprattutto conseguenze di tutto ciò che avrebbe portato una spedizione del genere.
Allo stesso modo, durante un derby di calcio, non importa che una squadra vinca o perda, per certe persone è solo importante affermare la loro presunta superiorità nei confronti di chi ha opinioni calcistiche opposte, purtroppo anche con la violenza.
Fatti e opinioni nell’informazione
Nel mondo dell’informazione questo accade continuamente e sempre più spesso.
Molta gente ormai non si sofferma più sull’analizzare fatti e ascoltare fonti autorevoli, ma viene rapita, complici proprio alcuni canali di informazione, che devono ogni volta cercare di vendere il proprio prodotto, da informazioni a volte fallaci.
Quante volte vediamo annunci, caratteri cubitali che devono attirare l’attenzione, titoli sconvolgenti che poi si rivelano ingannevoli una volta letto il relativo articolo (qui si parla di clickbaiting, o acchiappaclick)?
È così che allo stesso modo diverse figure pubbliche ricercano il consenso, cercando di sensibilizzare le opinioni della gente verso una direzione piuttosto che l’altra, senza parlare di fatti, o parlandone in modo non completo, o strumentalizzato.
Ed è così che chi dice che 2 + 2 forse fa 4 ma può anche fare 5, anzi chi dice che fa 5 è un coraggioso, che ha la forza di combattere contro la lobby dei matematici che non accetta che possa fare 5, “che non ce lo dicono che non è vero che fa 4“.
La strumentalizzazione dell’opinione, condita da un terreno fertile di sottile o meno paranoia e spesso disagio sociale, le grandi suggestioni che possono provocare alcuni fatti importanti e dalla grande risonanza mediatica, l‘incapacità di analizzare il proprio contesto e di selezionare informazioni corrette in mezzo a informazioni spazzatura, sono tutti fattori che portano al vero e proprio complottismo. Ma di questo parleremo semmai in un altro articolo.
Fatti e opinioni in medicina

Mentre nell’informazione ci si può sicuramente perdere nelle opinioni (e per fortuna che succede, nei canali adeguati), ma vengono comunque raccontati fatti, e chi non lo fa di solito non gode di buona luce, nella medicina questo confine può essere più sfumato e soprattutto meno percepibile dai non addetti ai lavori.
La Medicina è una scienza, ma non è come la matematica: i dati a nostra disposizione possono cambiare o, soprattutto, evolversi. Quindi in medicina, 2 + 2 fa spesso 4, ma grazie alla ricerca si potrebbe scoprire che fa anche 5.
Il nostro lavoro è comunque determinato e guidato dall’evidenza scientifica; su questa basiamo il nostro lavoro, e chi non lo fa può incorrere anche nell’allontanamento dalla professione.
L’evidenza scientifica per ogni atto medico che compiamo deve esistere, non possiamo in generale curare un mal di testa con un antibiotico e non possiamo risolvere una sciatica con uno shampoo per capelli.
È normale che esistano opinioni, anche discordanti, tra di noi, e meno male che accade; ci possono essere interpretazioni, punti di vista, basati sulle proprie rispettive conoscenze ed esperienze. Ma chi si incorona nuovo guru di una determinata patologia e la tratta senza solide basi scientifiche, non è più un medico, ma un ciarlatano.
Parliamo in questo prossimo articolo di fake news in medicina!
Avete domande riguardo questi argomenti? Usate pure i commenti qui sotto!
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