Vi avevamo recentemente parlato dei nuovi vaccini in arrivo, Nuvaxoid di Novavax e il vaccino di Valneva.
Come è noto ci sono moltissimi altri vaccini in questo momento in fase di studio contro il Covid. Qui trovate un elenco aggiornato.
Ma una notizia davvero confortante, in questo periodo così faticoso, arriva dal Texas, dove è stato messo a punto un vaccino chiamato Corbevax.
Questo vaccino non ha brevetti depositati: sarà “fabbricabile” da chiunque voglia produrlo. Questo abbatterà i costi e sarà utilizzabile da molti paesi più poveri, attualmente molto indietro con le vaccinazioni. Possiamo definirlo un vaccino “open source”.
C’è anche un po’ di orgoglio italiano in questo: Corbevax è stato sviluppato dai ricercatori Peter Hotez e Maria Elena Bottazzi, nata a Genova.

Da quello che sappiamo ad oggi questo vaccino sembra sicuro, efficace e può essere prodotto localmente in quantità molto elevate. Peter Hotez lo ha definito “un regalo al mondo“.
Oltre che una grande speranza per tanti paesi, questo rappresenta il primo vero esempio di equità nelle vaccinazioni globali.
Come funziona Corbevax?
Il meccanismo di azione è lo stesso del vaccino dell’epatite B e del vaccino Nuvaxoid in arrivo: è un vaccino a “subunità proteica ricombinante”, il che significa che è costituito da una parte specifica del SARS-CoV-2, la ormai famosa proteina spike, che si trova sulla superficie del virus.
E anche qui, come in Nuvaxoid, abbiamo degli adiuvanti: in questo caso sono 2.
La proteina è prodotta da un lievito, e in questo articolo troviamo tutte le fasi di produzione del vaccino.
E’ efficace?
Si è iniziato ad usare Corbevax da pochissimi giorni, in via emergenziale, in India, dove è situata l’azienda che ora sta producendo il vaccino, la BioE.

I test, svolti in India nel corso del 2021, hanno coinvolto più di 3.000 partecipanti e mostrato che questo vaccino dovrebbe essere efficace almeno all’80% contro la malattia sintomatica.
L’azienda indiana però, alimentando le critiche di alcuni, per ora non ha rilasciato pubblicamente i dati perché, come ha voluto sottolineare Hotez, dietro ci sono piccole aziende e “non le grandi multinazionali”.
Presto, dicono Bottazzi e Hotez, arriveranno dati specifici per la variante Omicron, ma si ipotizza che sia efficace almeno quanto la maggior parte dei vaccini attualmente disponibili. Qui Hotez ne parla in un video.
E’ sicuro?
Ad oggi viene identificato come un vaccino sicuro, ma anche per questo siamo in attesa di maggiori dati dai produttori.
Si ipotizza in India un utilizzo di 100 milioni di vaccini al mese, ma già sono pronti ordini per Bangladesh, Botswana e Indonesia; si prevede una distribuzione per un totale di più di un miliardo di dosi, numeri impensabili per i vaccini che conosciamo oggi.
E i due ricercatori non percepiranno un centesimo da questa distribuzione.
Quando arriverà Corbevax in Italia?
Non abbiamo ancora risposta a questa domanda, dovrà prima essere sottoposto alle verifiche di rito da parte dell’EMA e poi dall’AIFA.

Di sicuro stiamo parlando di un vaccino che potrebbe prevenire la comparsa di nuove varianti del Covid: sono i paesi meno vaccinati i luoghi dove più facilmente si possono sviluppare varianti, come è stato per Omicron.
Pare quindi che Corbevax vaccinerà presto più persone delle dosi di vaccino donate finora dal governo degli Stati Uniti o da qualsiasi altro paese del G7.
Questo vaccino “open source” si candida quindi come attore protagonista tra i vaccini della pandemia, ma a mio giudizio ritengo indispensabili ulteriori dati prima di consegnargli la parte. Speriamo di poterlo fare.
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