Il diabete mellito è una malattia in cui l’organismo non produce sufficiente insulina o non risponde normalmente all’insulina.
Questo causa un aumento della glicemia, ovvero livelli troppo elevati di zucchero (glucosio, per essere più precisi) nel sangue.
Va distinto dal diabete insipido, una patologia sicuramente molto più rara che non riguarda i livelli di zucchero nel sangue ma che, come il diabete mellito, causa un aumento della diuresi, cioè un aumento della quantità di urine emesse nella giornata.
Cos’è il glucosio e a cosa serve?
Il glucosio è uno zucchero e viene ottenuto dalla digestione dai carboidrati che noi mangiamo: i carboidrati si trovano principalmente nei dolci, ma anche nella pasta, nel pane, nelle patate e in diversi altri alimenti.
Questo nutriente rappresenta la più importante fonte di energia per le cellule del nostro organismo.
Proprio per questo, per non rischiare di rimanere senza, viene immagazzinato in riserve di glicogeno.
Il glicogeno è composto da tanti “mattoncini” di glucosio: esso costituisce la nostra riserve di zucchero.
Il glucosio, dunque, dal sangue (nel quale arriva dopo il processo di digestione degli alimenti) deve essere trasportato all’interno delle cellule per essere utilizzato e immagazzinato.
La glicemia nelle nostre analisi rappresenta i valori di glucosio nel sangue.
Cos’è l’insulina e a cosa serve?
L’insulina è il principale ormone che regola l’ingresso del glucosio dal sangue nelle cellule.
Il deficit di produzione di insulina o l’insensibilità alla sua azione sono i due meccanismi principali attraverso cui si arriva al diabete mellito.
L’insulina viene prodotta dalle cellule β del pancreas, che si attivano non appena aumentano i livelli di glucosio nel sangue (per esempio dopo un pasto).
Queste cellule sono infatti stimolate dagli alti valori di glicemia e inibite dai valori bassi.
Se c’è un calo di produzione di insulina (deficit di insulina), o se le cellule non rispondono a sufficienza ad essa (insulinoresistenza) o se l’insulina prodotta è difettosa, il glucosio non può essere efficacemente utilizzato dal nostro organismo.
La conseguenza di ciò è uno stato di carenza di glucosio nei tessuti con elevati valori nel nostro sangue.
Quali sono i valori normali della glicemia?
Quando la glicemia a digiuno supera i 126 mg/dL si parla di diabete mellito, mentre per valori compresi tra 100 e 125 mg/dL si parla di “alterata glicemia a digiuno” (fattore di rischio per la futura comparsa di diabete mellito).
Il glucosio compare nelle urine (glicosuria) per valori di glicemia maggiori di 180/200 mg/dL.

Quanti tipi di diabete ci sono?
Esistono 2 tipi di diabete mellito: diabete di tipo 1, cosiddetto giovanile, e diabete di tipo 2, tipico dell’età adulta.
Diabete di tipo 1
Nel diabete di tipo 1, il sistema immunitario attacca le cellule β del pancreas, le produttrici dell’insulina come abbiamo visto, e queste vengono in gran parte distrutte.
Pertanto, la produzione di insulina all’interno del pancreas è ridotta o assente.
Solo il 5-10% circa di tutti i soggetti affetti da diabete presenta la malattia di tipo 1.
La maggior parte dei soggetti con il diabete di tipo 1 sviluppa la malattia prima dei 30 anni di età, ma tale condizione può svilupparsi anche più tardi nel corso della vita.
Tra le cause possibili vi sono probabilmente un fattore ambientale: un’infezione virale o un fattore nutrizionale nell’infanzia o nell’adolescenza, che induce il sistema immunitario a distruggere le cellule che producono insulina del pancreas.
Una predisposizione genetica rende alcuni soggetti più sensibili a un fattore ambientale.
Questo tipo di diabete ha bisogno di insulina per essere trattato.
Diabete di tipo 2
Nel diabete di tipo 2 (una volta definito diabete non insulino-dipendente), il pancreas continua a produrre insulina, talvolta perfino a livelli superiori al normale, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia.
Tuttavia, l’organismo sviluppa resistenza all’ insulina, quindi la produzione di insulina non è sufficiente a soddisfare le necessità dell’organismo.
Il diabete di tipo 2 solitamente esordisce in soggetti di età superiore a 30 anni e diviene progressivamente più frequente con l’età.
Circa il 26% dei soggetti di età superiore a 65 anni è affetto da diabete di tipo 2, parliamo quindi di una patologia molto frequente e con cui abbiamo a che fare ogni giorno.
C’è spesso una componente genetica molto importante: chi ha genitori o parenti stretti che hanno sviluppato nella loro vita il diabete rischia molto di più di altri di poter sviluppare a loro volta la malattia nella loro vita.
Fattori di rischio

L’obesità è il principale fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 e l’80-90% dei soggetti affetti da questa patologia è sovrappeso o obeso.
Questo perchè, principalmente, l’obesità causa una resistenza all’ insulina.
Nel 2011 un articolo di una importante rivista collegata alla Oxford University ha coniato il termine di “diabesità” per sottolineare lo stretto legame tra le due patologie.
Altri fattori di rischio, come detto, sono la genetica, e uno stile di vita non adeguato, con un carico di zuccheri nell’alimentazione continuo ed esagerato (cosa che, infatti, porta a sovrappeso e a obesità!)
Altre informazioni?
Faremo in futuro altri articoli riguardanti il diabete: come si cura, che problemi può portare, che tipi di alimentazione sono consigliati.
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