La berberina è una sostanza meravigliosa.
Sono più di 20 anni che si studia in ambito metabolico, ma da ben prima la medicina cinese aveva già iniziato ad utilizzarla, soprattutto come antibatterico.
La berberina è un alcaloide di origine vegetale; si estrae dalle radici e dalla corteccia di alcune piante, come la Berberis aristata.
Oggi analizziamo insieme un enorme studio: vediamo a cosa può servire e perché è sempre più interessante dal punto di vista medico.

Berberina e colesterolo
Sono note da tempo le proprietà della berberina sull’abbassare i valori del colesterolo.
Si utilizza in diversi integratori per abbassare in particolare LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo. Già nel 2004 si era osservato un abbassamento di almeno il 25% in un campione di persone.
Il meccanismo d’azione è simile ai nuovi farmaci in arrivo per il colesterolo: agiscono sul recettore PCSK9, favorendo il riassorbimento di LDL nel fegato e quindi riducendo l’LDL nel sangue.
Somministrando certi dosaggi (si parla di 40 mg/kg al giorno) si può arrivare pare anche all’efficacia di una statina a basso dosaggio.

Berberina e diabete
È sempre più interessante e condiviso una sua azione anche sull’abbassare la glicemia.
I meccanismi di azione sono in fase di studio e paiono diversi: in particolare agisce sul fegato aumentando l’assorbimento del glucosio e limitando la gluconeogenesi (il meccanismo con cui il fegato immette maggiore glucosio nel sangue).
Inoltre è dimostrato che migliora l’insulino-resistenza, l’alterazione alla base che porta al diabete mellito di tipo 2: riduce la glicemia a digiuno e l’insulina sierica a digiuno. Può essere considerata insieme alla metformina.
A questo si aggiunge una sua azione inibitoria su due enzimi, alfa-amilasi e alfa-glucosidasi, e anche questo contribuisce alla riduzione della glicemia.
In questo caso la berberina è davvero un prodotto naturale unico!

Altri poteri di azione
Queste azioni sul metabolismo dei grassi e degli zuccheri non sono le uniche proprietà della berberina.
Agisce in altre aree del nostro corpo, e i meccanismi in alcune sono ancora in fase di studio, altri confermate.
Grazie anche ai meccanismi citati precedentemente, può contrastare l’obesità.
In questo studio si parla di una sua azione neuroprotettrice e anti-aging.
Modula il microbiota intestinale, azione alla base probabilmente dei suoi effetti antidiarroici e possibile altro meccanismo con cui può contribuire nel suo effetto terapeutico contro il diabete, l’obesità e altre malattie metaboliche.
Infine in questa immagine si riassume il potenziale terapeutico della berberina nelle malattie cardiometaboliche.

Riassumendo, le ricerche attuali sostengono che possa svolgere un ruolo terapeutico nel trattamento delle malattie cardiovascolari (tra cui aterosclerosi, insufficienza cardiaca, infarto del miocardio, aritmia, aneurisma dell’aorta addominale, ictus) e delle malattie metaboliche (tra cui fegato grasso non alcolico, obesità, diabete e le sue complicanze cardiovascolari).
Uno dei migliori prodotti che abbiamo utilizzato è questo:
Effetti collaterali?
La berberina è molto ben tollerata e sicura; può dare effetti come disturbi gastrointestinali e aumenti transitori dei livelli plasmatici di bilirubina.
Quello a cui stare attenti con la berberina è il suo utilizzo con i farmaci: per il suo particolare metabolismo può interferire con l’effetto di altri farmaci, o aumentare il rischio di effetti collaterali anche importanti.
Va evitata in gravidanza e in caso di ittero: si lega moltissimo all’albumina, una proteina molto importante presente nel nostro sangue.
Se assunta con certi antibiotici (macrolidi) può causare aritmie.
C’è il sospetto di aumentata tossicità per il cuore se viene assunta con statine, e questo è davvero un limite non da poco, vista l’efficacia nell’abbassare il colesterolo che si avrebbe a combinarle insieme. Andrebbe confermato ma questo a mio giudizio è davvero un peccato.
In conclusione
La berberina rappresenta un promettente composto di origine naturale per il trattamento e la prevenzione di malattie cardiovascolari e diabete.

C’è un limite nel suo utilizzo: assumendola per bocca il nostro corpo ne assorbe una bassa percentuale (ha scarsa biodisponibilità orale), per cui servono alti dosaggi per raggiungere benefici (quindi maggior rischio di effetti collaterali) oppure una tecnologia migliore per farcela assorbire meglio.
Non ci sono dubbi però possa essere un ottimo “integratore” in molte situazioni, rivolgetevi al vostro medico di fiducia per sapere se possa esservi utile!
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