Ritorniamo oggi su allergie e intolleranze: abbiamo parlato in questo articolo delle loro differenze.
Oggi parliamo di come si può capire se abbiamo un’allergia o un’intolleranza: cosa possiamo fare?
Come si possono curare?
Come si fa diagnosi di allergia?
Nel caso delle allergie abbiamo a disposizione diversi test per ricercare i possibili allergeni.
Test cutanei

I più semplici possono essere i test cutanei, come Prick Test e Patch Test.
Questi test prevedono il contatto di determinate sostanze con la nostra pelle, e in caso di positività, si può fare diagnosi di allergia alle relative sostanze.
Sono di semplice e rapida esecuzione; hanno una buona affidabilità, ma non ai livelli del prelievo.
Prelievo di sangue

Tramite il sangue si ricercano le IgE, ovvero particolari anticorpi che sono specifici per determinate sostanze o alimenti.
Esistono IgE per gli acari della polvere, IgE per il pelo del cane, IgE per le arachidi, per i crostacei, per gli ulivi, etc.
Fare un prelievo è il metodo più efficace per ricercare allergie. Chi è allergico alle noci per esempio, avrà un quantitativo di IgE per le noci molto alto.
Fare diagnosi però, senza avere sospetti chiari a cosa una persona possa essere allergica, può essere molto complicato, in quanto esistono migliaia e migliaia di possibili allergeni diversi.
Essendo questi test solitamente anche abbastanza costosi, non è possibile inserire centinaia di allergeni tutti insieme. È utile quindi fare un test sui principali “imputati” in chi ha presentato una reazione allergica.
Purtroppo non è raro non riuscire a trovare la causa di un’allergia.
Test di esclusione
Nei casi in cui sia difficile risalire ad una causa con i test precedenti, è spesso comunque utile fare dei test di esclusione, o nel caso di sospetto di allergia alimentare, una dieta di esclusione.
Rimuovere una causa sospetta dal proprio ambiente e scoprire che i sintomi migliorano, può aiutare a dare quella che si chiama “diagnosi di esclusione“.
Effettuare invece una dieta di esclusione, ovvero eliminare a rotazione determinati alimenti, utilizzando un diario alimentare, per risalire piano piano a quale può essere il responsabile, può essere altrettanto utile per capire cosa possiamo mangiare senza problemi e cosa no (questo procedimento è utile anche nelle intolleranze)
Come si fa diagnosi di intolleranza?
Nei casi delle due intolleranze più note esistono veri e propri esami di laboratorio.
Test per intolleranza al lattosio
Il test utilizzato è il breath test, ovvero il test del respiro. In chi ha questo test positivo, si fa diagnosi di intolleranza al lattosio.
Spesso però il paziente riesce a capire da solo di avere questa intolleranza, facendo dieta di esclusione: eliminando i latticini, non ha più sintomi.
Test per intolleranza al glutine (celiachia)
I test classici per fare diagnosi di malattia celiaca, la malattia in cui si è intolleranti al glutine, sono tramite un prelievo di sangue: si ricercano gli anticorpi anti transgliutaminasi e gli anticorpi anti endomisio, che se positivi, ci danno conferma di malattia.
La vera diagnosi di celiachia sarebbe però istologica, cioè osservando cellule intestinali al microscopio. Prelevare queste cellule però come immaginate è molto difficoltoso e non viene quasi mai fatto.
Test di esclusione
Nei sospetti di intolleranza a determinate sostanze (intolleranza farmacologica), come abbiamo visto per le allergie, possiamo eliminare a rotazione alcuni alimenti per verificare se i sintomi migliorano.
Possiamo avere sintomi da intolleranza con un’importante assunzione di:
- amine vasoattive, come istamina, tiramina, felinetilamina. Sono sostanze contenute in molti alimenti e bevante, ne parleremo approfonditamente in in altro articolo, in cui vi daremo anche consigli alimentari a riguardo.
- altre sostanze, come caffeina, capsaicina (il “principio attivo” del peperoncino), alcool.
I test per le intolleranze alimentari
Questo è un argomento di cui sentiamo parlare tutti i giorni. Ne esistono tantissimi tipi diversi: test sul sangue, tramite contatto con certe sostanze, test del capello, kinesiologia applicata… e spesso le persone ci chiedono consiglio a riguardo.
Dobbiamo purtroppo dire che tutti questi test non hanno fondamento scientifico. Quindi vi sconsigliamo di farli.
Diverse società scientifiche si sono già espresse più volte a riguardo, ma questi test rimangono comunque popolari tra diverse persone.
Un aneddoto che spesso racconto ai pazienti è di quando partecipai un paio di anni fa ad un congresso di dietologia, in cui stava parlando il primario di dietologia della nostra zona.
Ci stava parlando appunto di quante persone vadano da lui con numerosi test per le intolleranze, che ovviamente sono sempre positivi a qualcosa, per giustificare la loro mancata perdita di peso (e questa è un’altra bufala!).
Nello specifico ci ha raccontato di una paziente che aveva scoperto con un test di essere “intollerante ai carboidrati”: e infatti ogni volta che mangiava carboidrati, si gonfiava un po’. Questo ha generato molta ilarità nella sala: i carboidrati possono far gonfiare la pancia a chiunque li mangi!
Come si curano allergie e intolleranze?

Le allergie purtroppo non si possono guarire per sempre, ma si possono usare molti tipi di farmaci per migliorarne i sintomi, in particolare cortisone e antistaminici.
Il modo più semplice per affrontare un’allergia, in ogni caso, è eliminare la causa dal nostro ambiente o dalla nostra alimentazione. Per questo in questi casi è molto importante riuscire a risalire all’allergene o agli agli allergeni responsabili.
Nel caso delle intolleranze enzimatiche, il trattamento, nei casi in cui vi siano intolleranze riconosciute a latticini o glutine, è di esclusione: si eliminano dalla nostra dieta.
Esistono in commercio però, per gli intolleranti al lattosio, prodotti che contengono lattasi, l’enzima per digerire il lattosio. Questi prodotti permettono a queste persone di mangiarsi una pizza senza troppe preoccupazioni, e non è cosa da poco!
Nel caso delle intolleranze farmacologiche, qui più che eliminare del tutto bisogna ridurre il più possibile gli alimenti scatenanti e soprattutto non mangiarli insieme (ne parleremo in un prossimo articolo).
Cosa si può fare quindi?
In conclusione, il consiglio che vi diamo, in caso di sospetto di un’allergia o di un’intolleranza, è di iniziare a capire se togliendo un qualcosa dal vostro ambiente o dalla vostra alimentazione i sintomi possano migliorare; avere una “lista di sospetti” è di partenza già molto utile nel caso in cui abbiate necessità di rivolgervi al vostro medico di fiducia, poter fare test già più mirati fa guadagnare molto tempo (e spesso denaro) rispetto al partire dal nulla, senza possibili “imputati”.
E nel caso aveste altri dubbi, fateceli sapere nei commenti qui sotto!
Lascia un commento